Milano

2006/2021

Il progetto di quest’opera è risultato vincitore di un concorso a inviti bandito da “Arcidiocesi di Milano-CEI” nel 2005 e concluso nel 2006. La cerimonia di posa della prima pietra, presieduta dal Cardinale Dionigi Tettamanzi, si è svolta il 7 giugno 2009. I lavori per la costruzione sono iniziati nel 2015 e terminati nel 2021. La nuova chiesa è intitolata a Santa Madre Teresa di Calcutta.

Nel corso del lungo iter che ha portato dal progetto di concorso alla costruzione dell’opera, l’intervento è stato ridimensionato, in particolare rinunciando al corpo autonomo dell’oratorio e alle attrezzature sportive. Lo sviluppo del progetto definitivo ed esecutivo non ha modificato sostanzialmente la concezione della chiesa, mentre ha concentrato in un solo edificio, con annesso “coperto”, gli spazi dell’oratorio e la canonica

Gruppo di progettazione per il concorso

Architettura: Angelo Torricelli (capogruppo)
Mariateresa Rampi, Carlotta Torricelli
con Giuseppe Mazzeo
Liturgia: Giuliano Zanchi
Pittura e scultura: Gianfranco Pardi, Lorenzo Mangili, Gianriccardo Piccoli, Ugo Riva
Strutture: Alberto Castellani, Siro Casolo
Impianti: Riccardo De Col
Acustica: Massimo Guazzotti
Spazi esterni: Marcella Aprile
Valutazione economica: Marco Robecchi

Collaboratori per il concorso

Daniele Consonni
Giovanni Maggioni
Silvio Terzi

Gruppo di progettazione per il progetto definitivo ed esecutivo

Architettura: Angelo Torricelli
Mariateresa Rampi
con Giovanni Comi, Sara Riboldi, Valerio Tolve, Carlotta Torricelli
Strutture: Maurizio Colombo, Ferdinando Brambilla
Impianti: Marco Bollaci, Luigi Giarratana
Direzione lavori: Mariateresa Rampi, Angelo Torricelli con Giovanni Comi e la supervisione di Roberto Massone per l’Arcidiocesi e la CEI

Collaboratori

Edoardo Bernasconi
Ambra Lofrano

Fotografie

Stefano Topuntoli

La condizione di margine tra città e campagna viene esaltata come motivo per interpretare la tensione che caratterizza il rapporto tra lo spazio sacro e l’ambiente circostante.

Il sagrato si divarica dal viale pedonale di bordo del quartiere, ricalcando la giacitura dei tracciati centuriali, sui quali sono orientate le cascine e gli elementi costitutivi del paesaggio.

Questa scelta ordina formalmente l’impianto del progetto secondo tre giaciture: quella più antica del suolo agricolo orienta il sagrato e l’edificio a due piani destinato ad accogliere la casa parrocchiale; l’andamento planimetrico del quartiere residenziale viene invece ripreso dal ‘coperto’, che segna la soglia d’ingresso dell’edificio e si apre sugli spazi aperti per il gioco e per le attività sportive.

Nell’architettura della chiesa, infine, entra in scena una terza giacitura rappresentata dall’orientamento liturgico est-ovest.

La reciproca posizione degli elementi messi in gioco costruisce un paesaggio di frammenti, in cui gli assi che guidano le linee del disegno si concludono l’uno nell’orizzonte finito di un filare di pioppi e l’altro nell’orizzonte infinito della campagna.

La funzione transizionale del sagrato è affidata alla sua conformazione spaziale e al disegno pavimentale: una direttrice principale scorre lungo l’asse chiesa-battistero, mentre dalle rispettive soglie un tracciato in beola sporge per attrarre il percorso verso l’interno degli edifici. Il sagrato conduce all’ingresso del centro parrocchiale, caratterizzato dalla sobrietà delle linee orizzontali dei volumi e dall’austerità dei materiali di rivestimento, intonaco e pietra arenaria.

Lo spazio del sagrato viene concluso dalla chiesa, che su di esso affaccia con due volumi tra di loro pressoché ortogonali: il corpo dell’ingresso principale e il nartece del battistero.

Il primo, un volume in pietra scavato, su cui si staglia il portone principale, fissa la soglia attraverso la quale si accede all’aula assembleare.

L’asse liturgico è segnato da una navata scandita in tredici campate, che si configurano come camere di luce. Sulla navata principale, orientata in senso est-ovest, converge ortogonalmente una navata secondaria che segna il percorso dall’altare alla cappella feriale e al battistero, torre quadrata sulla quale aggetta il castello di acciaio che sorregge le campane.

L’impianto canonico delle navate ortogonali viene trasgredito dai tre corpi orientati secondo la giacitura del sagrato, che introducono una forte tensione formale nello spazio dell’aula.

L’architettura della chiesa prende così carattere dalla composizione di pezzi autonomi e chiaramente individuati, ancorché definiti da forme elementari e austere alle quali si rende coerente la scelta dei materiali – la pietra di Lessinia sabbiata per il corpo di ingresso principale, la pietra a spacco rosata e la graniglia di cemento per le tre facciate laterali e per il battistero – esibiti e dichiarati nell’assolutezza del loro valore materico.

Pubblicazioni

A. Torricelli, Chiesa e Centro Parrocchiale SS. Pietro e Paolo ai Tre Ronchetti in Milano, in A. Torricelli, Identità dell’architettura italiana, Diabasis, Reggio Emilia, 2006;
A. Torricelli, La chiesa nel paesaggio della città metropolitana. Nuove occasioni di centralità e significazione formale, in “Chiesa Oggi”, n. 107, 2017;
Quadri per Milano. Prove di architettura, a cura di G. Comi, Letteraventidue, Siracusa 2017

Mostre

Cerchio Sacro, inchiostro e olio su carta intelata, su tondo mdf diametro 51 cm, Gibellina, Barriques Museum, ottobre-novembre 2020;
Tra terra e cielo, 2020, inchiostro su carta, 21×34 cm, mostra: L’arte ai tempi del Coronavirus, MAC di San Paolo, a cura di Teresa Emanuele e Nicolas Ballario, 29 Maggio-22 Agosto 2021;
Navate, costruzione e replica 2021, inchiostro su carta, cm 35×55, mostra online: Il disegno, il disegno sempre ricominciato, Accademia Nazionale di San Luca, dal 1 luglio 2021

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