Progetto
Carlotta Torricelli
Sara Riboldi
Consulenti
Studio Tecnico Buttini (strutture)
Studio Associato Perlini (impianti)
Collaboratori
Edoardo Bernasconi
Stefania Monzani
Marika Peronace
Riccardo Petrella
Impresa
Lucchini S.n.c.
Fotografie di cantiere
Benedetta Badiali
L’intervento si è articolato per fasi successive andando ad interessare progressivamente tutti i fabbricati collocati in un isolato del quartiere Belfiore. Si tratta di un pezzo di città tra i laghi e il sedime della ferrovia caratterizzato dalla presenza di edifici industriali oltre che da villini monofamiliari. Il progetto procede alla riconversione di edifici di epoche differenti, con l’obbiettivo di mantenere l’identità dei singoli pezzi nell’unitarietà del disegno. Nella prima fase il lavoro si è concentrato su un edificio industriale dei primi del Novecento la cui struttura architettonica era stata resa illeggibile da successive addizioni determinate da esigenze funzionali. Nella trasformazione da luogo della produzione a uffici, si è proceduto alla completa riconfigurazione degli ambienti interni e della relativa distribuzione e allo stesso tempo a riportare in vista le strutture caratterizzanti come le capriate in ferro Polonceau. La seconda fase ha riguardato il restauro e la riconfigurazione della Palazzina Liberty e dei magazzini ad essa collegati. Sul fronte principale il progetto si è affermato come riscrittura del partito architettonico che lo caratterizzava prima della trasformazione in autofficina con l’introduzione del grande varco d’ingresso degli automezzi. Su tutto l’edificio il lavoro è stato finalizzato al ripristino del ritmo delle proporzioni delle aperture e degli apparati decorativi. Un sottile corpo di fabbrica in ferro e vetro si affianca al corpo principale, andando a occupare lo spazio interstiziale fra di esso e il muro che delimita la proprietà. Una nuova manica di collegamento ridefinisce la successione di fabbricati che dalla strada arriva al sedime della ferrovia, concludendosi con l’edificio adibito a foresteria. Quest’ultimo insiste sul sedime della preesistente casa del custode che viene ricostruita e ampliata, mantenendo una porzione dell’antica facciata. La terza fase, in corso di progettazione, prevede la riconversione di un ex-casello idrico, realizzato durante il ventennio fascista, in un nuovo centro dedicato alla formazione e alla divulgazione nel campo delle telecomunicazioni.