Brescia

2013

Concorso di Progettazione

Progetto

Angelo Torricelli (capogruppo)
Mariateresa Rampi
Carlotta Torricelli
Sara Riboldi
con
Stefano Della Torre
Andrea Paneroni
Anna Pianazza
Salvo Massetti Associati
Studio Thesis

Assistenti alla progettazione

Stefania Monzani
Edoardo Bernasconi

Collaboratori

Anna Valtorta
Lorenzo Masotto
Giacomo Rizzi
Paolo Radeschi

Il progetto si confronta con la stratificazione storica e con la sua permanenza, cercando la coerenza interna tra costruzione e immagine. Il tema è sviluppato svolgendo parallelamente i fili della conoscenza del luogo, della reinterpretazione e della reinvenzione della realtà.

L’immobile è parte di quella molteplicità di complessi religiosi e monastici che hanno da secoli definito la trama urbana di Brescia costituendo, talvolta, vere e proprie cittadelle intra mœnia.
Pertanto l’intervento sulla corte quadrilatera e sugli spazi aperti propone una loro lettura come luoghi di possibile connessione tra interni urbani e percorsi pedonali, permettendo, allo stesso tempo, un’accessibilità coerente all’assetto tipo-morfologico di questa parte di città e conferendo un significato all’identità del sito.

La nuova disposizione è finalizzata a realizzare unità immobiliari di pregio mantenendo, al contempo, coerenti i caratteri tipologici e distributivi del palazzo evitando di alterarne piante e sezioni. Per questo si decide di frammentare il meno possibile i grandi spazi dei saloni e delle gallerie e di preferire il dispositivo dell’enfilade lungo le sequenze di finestre che si affacciano sulla corte.

In modo completamente diverso, la corte secondaria è caratterizzata da costruzioni di tipo industriale che le conferiscono un carattere rustico. Data la rarità di questa caratteristica all’interno della città, si sceglie di intervenire, anche in questo caso, tutelando gli involucri e mantenendo le spazialità interne unitarie scegliendo la tipologia abitativa del loft. Gli alloggi sono dotati di giardini privati che, con la loro disposizione, assieme al nuovo padiglione di accesso ai parcheggi interrati, in rame ossidato, definiscono la nuova organizzazione della corte. L’apertura di un sottoportico a nord la rende indipendente collegandola con via Magenta.

Compatibilmente con la destinazione residenziale e con le dotazioni accessorie, vengono proposte altre destinazioni d’uso, di carattere pubblico, per quelle parti del complesso che risultano essere più esterne rispetto al nucleo principale.

L’impianto basilicale dei due corpi di fabbrica affiancati all’estremità ovest è enfatizzato dalla loro ridestinazione a stabilimento termale: piccole architetture autonome sono innestate all’interno dei grandi corpi di fabbrica esistenti entrandovi in stretta relazione, pur mantenendo una spiccata autonomia formale.

A sud il cortile è chiuso da un basso edificio scandito da un ritmo di finestre ad arco che viene reiterato in modo astratto accompagnando il percorso pedonale verso un terrapieno erboso, dirimpetto alle terme, e adiacente a un dimesso “casino”, al quale la nuova facciata e il basamento in pietra conferiscono il decoro necessario alla destinazione come clubhouse.¬

L’intervento sull’ingresso carrabile da via Moretto da Brescia, per l’accesso all’autorimessa interrata delle residenze, separa e permette di leggere chiaramente l’edificio dell’ex-chiesa di San Bartolomeo e il basso corpo di fabbrica all’angolo dell’isolato, al quale è addossata un’antica fontana in botticino.

La breccia è occupata da un portone in rame ossidato posto tra il nuovo corpo di pietra, che segna l’ingresso dei pedoni, e la piccola costruzione esistente. Di questa si mantengono solo i muri perimetrali, che vengono visibilmente distaccati dal corpo alto della caserma, a formare il piccolo atrio a cielo aperto che consente di raggiungere il terrazzo-ponte tramite il quale si accede a una passerella in quota all’interno dell’ex-chiesa.

La struttura in legno definisce un nuovo sistema di distribuzione, senza mai toccare le pareti, all’interno della costruzione, così da poter leggere l’unitarietà dello spazio e vedere le volte affrescate e il pavimento originario. Questa è sorretta da una sequenza di portali che accolgono teche ed espositori adatti alla nuova destinazione di “Museo del Vino”.

Pubblicazioni

A. Torricelli, Concorso internazionale di idee per il recupero e la ridestinazione a residenza dell’ex-caserma “Serafino Gnutti”, Brescia, in A.Torricelli, Identità dell’architettura italiana, Diabasis, Parma, 2014, pp. 132-133

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