Autori

Carlotta Torricelli

Saggio contenuto in

Aa.Vv., FAM Magazine. Ricerche e progetti sull’Architettura e la città, a cura di D. Chizzoniti, n. 51, 2021

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Su un fitto sistema di relazioni a scale diverse si fonda il piano per la ricostruzione del Chiado di Lisbona disegnato da Alvaro Siza, a seguito dell’incendio che nell’agosto del 1988 distrugge quattro isolati tra la Baixa e il Bairro Alto. La proposta lavora sulla ridefinizione del rapporto tra l’assetto volumetrico degli edifici distrutti, organizzati all’interno della griglia pombalina, e un sistema di spazi interstiziali che ritrova tracce di antichi percorsi, celati dal rigore cartesiano della ricostruzione seguita al terremoto del 1755. Siza propone un’esperienza spaziale che consente di camminare attraverso i differenti strati della memoria del luogo, dove le tracce dell’incendio si compenetrano con quelle del sisma. Una trama di connessioni percettive e mentali che conferma un’idea di città fondata sulle relazioni, dove il tessuto è inteso come maglia tridimensionale di geometrie e di tempi, che sostiene la messa in opera e lo sviluppo di un corpo complesso e non, al contrario, di uno schema piatto punteggiato da eventi.

La ricostruzione del Chiado a Lisbona. Álvaro Siza e l’artificio dell’eteronimia