Tindari, Messina
2020
Concorso Internazionale di Progettazione
Progetto
Angelo Torricelli (capogruppo)
Giuseppe Di Benedetto
Riccardo Catania
Marco Filippo Ferrotto (strutture)
Giovanni Pecorella (impianti tecnici)
Consulenti
Aurelio Burgio (archeologia)
Calogero Cucchiara (strutture in acciaio)
Collaboratori
Elio De Blasi
Ambra Lofrano
Il progetto è fondato sul principio essenziale di sottolineare e rendere evidente la pianta geometrica che regola la disposizione della città nell’estensione longitudianle del pianoro, conferendo unitarietà al lungo fronte sul decumano principale, ove il Teatro si conferma protagonista, in modo da sottolineare l’asse prospettico che ha come fondale la Basilica.
Nella zona compresa fra il Teatro e la Basilica i nuovi edifici fondano sul sedime degli esistenti, regolando le quote di imposta e le altezze, ma anche raccordando con rampe in lieve pendenza terrazze e basamenti, integrando e completando in termini formali le attuali sistemazioni di suolo.
A nord-ovest del Teatro, la zona dedicata ai nuovi servizi si imposta sulle misure delle insulae e sulla riproposizione dei cardini che le delimitano. Le nuove costruzioni si attengono a tali misure e alla regola dell’edificazione su terrazze degradanti, raccordate tra loro anche dal sistema di rampe che si sviluppano dando luogo a una sistemazione paesaggistica complessiva, insieme alle coperture a prato.
Le rampe e le gradinate, così come in generale gli spazi aperti, sono pavimentate in terra stabilizzata, con l’inserimento di masselli in pietra per i gradini e i cordoli.
Gli edifici progettati definiscono innanzitutto l’assetto morfologico, nei termini dell’aderenza alla pianta geometrica della città e in conformità con i princìpi che ne stabiliscono il rapporto col suolo e gli affacci verso il mare. Per questa ragione si impostano secondo le regole che presiedono all’originario piano di fondazione di Tindari, secondo un disegno che ne propone la continuazione, rendendo evidente e conoscibile quel carattere urbano dell’architettura per il quale gli edifici sono i mattoni che costruiscono la città.
Il partito architettonico è semplice e rigoroso, in modo da non introdurre connotazioni estranee e incoerenti rispetto al tema dominante del ritmo delle insulae conformate sul e nel suolo.
Un solo accento di spettacolarità viene dato dal portico-galleria dell’Antiquarium, ove i frammenti ricomposti del frons scaenae del Teatro si offrono alla vista del visitatore, in aggetto sulla parete che, dall’interno del Museo, propone l’immagine virtuale dello stesso frons scaenae a grande scala sullo sfondo del mare, con incastonato il suo modello in dimensione ridotta.
Pubblicazioni
A. Torricelli, Area archeologica e Antiquarium di Tindari, in A. Torricelli, Identità dell’Architettura italiana, Diabasis, Parma, 2021