Tivoli, Roma
2018
Concorso Internazionale di Progettazione
Progetto menzionato
Progetto
Angelo Torricelli (capogruppo)
Giovanni Comi
Paola Condoleo
Julia Georgi
Cristina Pallini
Roberto Rizzi
Gianluca Sortino
Collaboratori
Lorenza Alajmo
Marcella Camponogara
Matteo Ciccarelli
Aleksa Korolija
Antonella Manzo
Manuela Margione
Elisa Prusicki
Le ville e i santuari tiburtini implicano operazioni di scavo e contenimento del suolo naturale che diventa suolo dell’architettura. La stessa scelta di localizzare il Palazzo Imperiale di Adriano su una sorta di penisola tra due corsi d’acqua già sito di una villa tardo repubblicana, rivela la corrispondenza tra programma-progetto e geomorfologia, decisiva per l’approvvigionamento d’acqua e materiali da costruzione.
Pirro Ligorio evidenzia la continuità topografica delle ville antiche di Tivoli, arroccate e protese sulla tortuosa valle dell’Aniene come una sorta di cavea, entro la quale Villa d’Este, sua erudita inventio, si apre al paesaggio offrendo un fondale lungo l’asse della facciata principale.
Le immagini dei pittori tardo settecenteschi mostrano le “stanze del sublime”, dove la natura si impone sulla geometria delle architetture e dei giardini. Quasi contemporaneamente la meditazione visiva e metafisica di Giovanni Battista Piranesi dà espressione dell’instabilità del rapporto tra monumento moderno e l’antico.
L’itinerario della pista ciclo-pedonale si caratterizza come un percorso museale en plein air, articolato nella sequenza di “stanze” definite attraverso l’esercizio della riscrittura: la sequenza delle viste-fotogrammi e l’esperienza diretta degli oggetti sollecita la memoria, o meglio la “risalita nel tempo”.
Gli assi ordinatori del nuovo insediamento seguono le “istruzioni” di Pirro Ligorio e l’intuizione di Charles-Louis Boussois, che nel 1912 ipotizzava gli Inferi di Villa Adriana come conclusione di un viale rettilineo prolungato nel suolo. Gli assi sono dunque preesistenti alla millenaria sequenza di eventi costruttivi, che da essi traggono riferimento e misura. Una misura che viene incisa e rappresentata nella figura dell’aquae-ductus, segno eminente della campagna romana che, nel progetto, segna il confine tra il dominio della Villa e quello dell’architettura di suolo rimodellato.
I terrazzamenti e gli spazi cavi sono impostati secondo la geometria elementare, evocando i princìpi costruttivi delle Villa senza emularne la complessità tipologica.
Pubblicazioni
Prima di Villa Adriana. La rivelazione di ordini e misure, in L. Basso Peressut, P. F. Caliari (a cura di) Piranesi Prix de Rome. Progetti per la Grande Villa Adriana, In Edibus, Vicenza 2019
Mostre
Esposizione dei progetti selezionati per la Call Internazionale per la Grande Villa Adriana-Premio Piranesi, Politecnico di Milano, 25/06-02/07 2019